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Famiglia & Figli > Adolescenza  
   
Adolescenza: Il bullismo di Samanta Cricca, psicologa  - Famiglia & Figli > Adolescenza
 
 

Adolescenza: Il bullismo di Samanta Cricca, psicologa

 
     
 

l'importanza delle relazioni con la famiglia

 
     

  Il gruppo adolescenziale
     
  Le relazioni con la famiglia
     
  Le azioni di bullismo
     
  Le forme del bullismo
     
  La scena è sempre la stessa
     
  La famiglia è determinante
     
  Adulti distratti emotivamente
     
  Per catturare l'attenzione dell'adulto
     
  L'adolescente da solo non ce lafa
     
  Manca la figura autorevole
     
  Le "bande"
     
  Manifestazione di disagio
     

 
 

Il gruppo adolescenziale

Il gruppo adolescenziale, che è tipicamente costituito da coetanei, ha rigide barriere sia verso gli adulti che verso i bambini e soddisfa il bisogno dei ragazzi di sentirsi parte di qualcosa, funge da facilitatore del processo di separazione dal nucleo familiare, in quanto al suo interno, il giovane si percepisce ad un livello paritario, a differenza di quanto accade con i genitori, con i quali ha un rapporto asimmetrico.

Le relazioni con la famiglia

Se le relazioni che l’adolescente ha avuto con i propri genitori non sono state “sufficientemente buone” egli tenderà ad opporsi ferocemente alla famiglia d’origine e potrà scegliere un gruppo di pari in cui alcuni o tutti i componenti mettono in atto fenomeni di bullismo, che potranno con il tempo sfociale in condotte antisociali.

Le azioni di bullismo

Si dice che uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o di più compagni; si tratta di un’azione che mira a far del male o a danneggiare; spesso è persistente ed è difficile difendersi per coloro che ne sono vittima.

Le forme del bullismo

Il bullismo può assumere forme di comportamento aggressivo diretto (attacchi fisici aperti, sottrarre o rovinare oggetti di proprietà, attacchi diretti verbali come minacce, prese in giro e derisioni) e forme di comportamento aggressivo indiretto (diffondere pettegolezzi, escludere la vittima dai gruppi di aggregazione).

La scena è sempre la stessa

Una caratteristica determinante del bullismo è l’incapacità, da parte dei persecutori e delle vittime, di abbandonare il proprio ruolo, una volta che è stato assunto: essi continuano a mettere in scena sempre la stessa parte. Questa persistenza è preoccupante, perché conduce ad una profonda sofferenza, ad una grave svalutazione della propria identità. Le vittime rischiano di perdere la motivazione all’apprendimento, di soffrire di fobia scolare, isolamento, depressione.

La famiglia è determinante

Si è visto che i bambini  inseriti in famiglie dove vi è violenza hanno maggiori probabilità di interiorizzare modelli di comportamento simili. Inoltre stili familiari basati sul permissivismo, eccessiva gratificazione o adultizzazione del bambino possono portarlo ad un forte bisogno di dominio sull’altro o ad un eccesso di insicurezza derivante da bassa autostima.
Inoltre un fattore determinante consiste nel fatto che sia la condizione di bullo sia quella di vittima sono legate ad una difficoltà nel riconoscimento delle emozioni. Questi bambini sono stati collocati al di fuori dell’empatia materna, non si sono sentiti riconosciuti ed accolti nei loro bisogni ed hanno quindi subito un danno al narcisismo primario. Sia i bulli che le vittime hanno il bisogno fondamentale di essere visti per esistere, però i bulli adottano condotte arroganti di sopraffazione, mentre le vittime assumono un atteggiamento passivo, fino alla rinuncia della propria dignità personale.


Adulti distratti emotivamente

I bulli non provano dispiacere, non tengono conto delle conseguenze dei loro atti, non avvertono il senso di colpa e non danno valore alle persone. Le vittime invece possono esporsi a situazioni di pericolo e mancanza di protezione. Gli adolescenti che sono circondati da adulti distanti emotivamente, perché magari presi dai loro bisogni narcisistici o dalle problematiche che loro stessi non hanno risolto durante la loro adolescenza, possono avvertire un senso di vuoto e tentare di attenuarlo scegliendo un’identità negativa. Questa si esprime con un ostilità verso i ruoli indicati dalla famiglia ed è un messaggio che viene esplicitamente lanciato ai genitori, avvertiti come distanti o addirittura assenti affettivamente.

Per catturare l'attenzione dell'adulto

Il comportamento violento risulta una manifestazione liberatoria, ma anche un mezzo per catturare l’attenzione dell’adulto. Sono stati identificati dei fattori che possono risultare come facilitatori dell’ingresso di minori nelle bande, come ad esempio, a livello sociale, un basso livello di integrazione, o a livello scolastico, la presenza di modeste aspettative circa il successo scolastico, oppure ancora, a livello individuale, una bassa autostima con tratti depressivi. Uno degli elementi portanti per la creazione di bande minorili è  la “noia”, il non sapere cosa fare.

L'adolescente da solo non ce lafa

Tuttavia l’adolescenza da solo non ce la fa; ha bisogno di incontrare nel mondo interno e in quello esterno degli adulti ed una società che lo contengano e sostengano, resistendo anche ai suoi attacchi.
Egli ha bisogno di un’autorità esterna che tiene, contro cui portare la rabbia e la trasgressione. Se l’autorità non esiste o abdica il suo ruolo, quelle quote di odio non possono essere pensate e vengono evacuate sotto forma di agiti, o azioni violente.


Manca la figura autorevole

In questo caso i ragazzi, non disponendo né nel mondo interno né in quello reale, di una figura autorevole che li sostenga, si trovano ad avere comportamenti pericolosi per sé e per gli altri, con lo scopo di verificare i propri limiti, ma anche di trovare un’autorità che li fermi e quindi li contenga.
La trasgressione delle norme del codice della strada, del codice civile o penale rappresenta non solo un tentativo di dimostrare a se stessi e agli altri la propria onnipotenza, ma anche una espressione di rifiuto delle norme stabilite dal mondo degli adulti.


Le "bande"

I ragazzi che appartengono alle cosidette “bande” non sono consapevoli di tali dinamiche interne, né possiedono la capacità di riflettere sui propri vissuti emotivi  e sulle possibili conseguenze che le loro azioni possono avere sugli altri. Anche la decisione di commettere un reato nasce improvvisamente, senza una reale progettazione. In questi gruppi è assente una qualsiasi prospettiva ideologica; si tratta di ragazzi che non si esprimono simbolicamente, né attraverso la musica, il ballo o i graffiti.

Manifestazione di disagio

Il bullismo è una manifestazione di disagio ed una richiesta di aiuto che, se non viene accolta, sarà riproposta in maniera intensificata causando ancora più sofferenza.
Ecco perché è fondamentale effettuare una buona prevenzione primaria e secondaria,in tutti i contesti educativi, che permetta ai bambini e agli adolescenti di sentirsi pensati,visti e riconosciuti nei propri bisogni e nelle proprie competenze dagli adulti.



 

 

spesso gli adulti sono distratti emotivamente

     
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